Teatro e opera Il festival multidisciplinare, giunto alla sua seconda edizione, è il primo che mette in discussione il concetto di direzione artistica classicamente inteso, grazie a un meccanismo originale che restituisce agli artisti la possibilità di riconoscersi nel percorso di un altro collega. Appuntamento ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo dal 25 settembre al 3 ottobre
Torna l’appuntamento con Mercurio Festival il primo che mette in discussione il concetto di direzione artistica classicamente inteso, grazie a un meccanismo originale che restituisce agli artisti la possibilità di riconoscersi nel percorso di un altro collega. Un esperimento di multidisciplinarità e fluidità tra le arti destinato a modificare l’idea consolidata di festival. Mercurio arriva alla seconda edizione con il primo passaggio di testimone: i diciassette artisti del programma di quest’anno, ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo dal 25 settembre al 3 ottobre, sono stati selezionati dagli artisti protagonisti della scorsa edizione e proposti all’associazione Babel, che mantiene la curatela di questo processo, che assume così una connotazione in continua evoluzione da un’edizione all’altra.
«Nell’ideare Mercurio come festival multidisciplinare abbiamo riflettuto sul ruolo degli artisti nelle direzioni (artistiche) da prendere – dice Giuseppe Provinzano, portavoce di Babel -, notando come ci fossero più direttori e che direzioni, come l’alternativa alle direzioni artistiche fossero call, bandi, avvisi, giurie di esperti e giurie popolari, numero di like e sondaggi. L’anno scorso abbiamo invitato diciassette artisti a credere in questo progetto che fa della condivisione, partecipazione e riconoscimento tra colleghi il proprio fondamento, per prendere una direzione che fosse un moto in avanti, una crescita, per somigliare a una rete di artisti che attraversano lo stesso festival nel tempo».
Teatro, musica, danza, performance, arti visive invaderanno i Cantieri palermitani per una proposta molto ricca e eterogenea con una importante riflessione sui linguaggi scenici contemporanei, la tecnologia e il digitale nel rapporto con il momento storico che viviamo.
«Le difficoltà dello spettacolo dal vivo sono note: abbiamo ritenuto di dare continuità al Mercurio Festival e al suo meccanismo originale – aggiunge Provinzano – senza pensare edizioni ridotte ma coinvolgendo tutti i diciassette artisti invitati ad un processo di curatela che tenesse conto del momento presente, invitandoli a declinare la loro opera nel tempo presente con tutti i limiti logistici che questo comporta».
Alcuni progetti, infatti, avranno luogo “in assenza” del corpo fisico dell’artista: questi sono esperimenti nati durante il lockdown per superare un limite, per trasformarlo in opera, per resistere e per condividere, come il lavoro Cordata Panormus di Chiara Bersani, una delle figure più influenti dell’arte performativa italiana, Premio Ubu nel 2018, che approda a Mercurio venerdì 2 ottobre al Centro Internazionale di Fotografia. Supportata dal performer Marco D’Agostin, vuole coinvolgere il pubblico in un’atto di contemplazione collettiva attraverso un’opera audio che riformuli la condizione dello stare insieme, mantenendo la memoria del confinamento causato dall’emergenza sanitaria, da cui Chiara non è ancora uscita.
Resistenza è quella del duo catalano Kònic THTR formato da Rosa Sànchez e Alain Baumann che ribadisce la necessità di fare con Bruma/Net venerdì 25 settembre al Mercurio Festival. L’assenza, la lacuna che lascia un corpo, l’impossibilità dei due artisti di essere presenti al festival diventano l’occasione per una collaborazione con due danzatori e due musicisti locali per costruire insieme un poema audiovisivo dal forte impatto scenico. Realizzato in contemporanea tra Palermo e Barcellona di Spagna, l’opera sarà anche in diretta streaming mondiale.
In linea con questa idea di presenza “altra” è la pièce di Elio Germano e Omar Rashid dal titolo Segnale d’allarme – La mia battaglia VR in scena al Cinema De Seta giovedì 1 ottobre, trasposizione in realtà virtuale di La mia Battaglia, spettacolo tratto dalla traduzione italiana di Mein Kampf di Adolf Hitler. L’esperienza permette allo spettatore, attraverso i visori, di rivivere la pièce teatrale dalla prima fila immergendosi completamente fino a confondere immaginario e reale. Difficile da incasellare in una categoria: cinema, teatro, videoarte? Segnale d’allarme non è nessuna di queste cose in assoluto e un pò di ognuna.
La tecnologia ha sempre offerto molta possibilità di espressione all’arte contemporanea, portando a galla dei contrasti insiti nel fare artistico che, in un periodo come questo, vengono usati in favore dell’esperienza destinata del fruitore. L’immersione è la regola della performance audiovisiva del gruppo torinese SPIME.IM dal titolo Zero. A/V Show che esplora i confini dell’identità e della percezione giocando con il concetto del doppelgänger e sulla distorsione della realtà. Mercoledì 30 settembre l’ex hangar ZAC, sede palermitana dell’arte contemporanea, ospita questo spettacolo visionario realizzato dall’unione di musica elettronica e arte 3D.
Anche le Botteghe dei Cantieri sono spazi destinati all’arte visiva e all’esperienza immersiva: per tutta la durata del festival saranno esposte una raccolta di opere di Jorge Isla, artista basco noto per un linguaggio sperimentale basato sul mezzo audiovisivo, nell’installazione Videoart, il mapping game interattivo The pinball del collettivo FLxER, e la personale Nelle viscere del sogno del regista Donato Sansone summa dell’immaginario evocativo dell’autore attraverso le sue più rappresentative opere di video-animazione. Un’installazione da cui emerge l’ironia provocatoria legata agli scenari futuristici che rappresenta.
Performance e esposizione, il nuovo lavoro di Gianluca Concialdi presentato allo Spazio Ducrot sabato 26 settembre, che indaga attraverso l’utilizzo di oggetti/sculture funzionali le possibilità dell’esperienza dello spettatore come dimensione di autodeterminazione del proprio momento e/o del futuro.
Legato allo Spazio Franco, Mercurio Festival non può che essere l’occasione per rinnovare il contatto con il pubblico e per questo non mancherà lo spettacolo dal vivo. Palco Franco, un palcoscenico in esterno, sarà il luogo pensato per ospitare progetti teatrali e concerti. Quattro i nomi per il teatro.
Tonio De Nitto porta a Palermo il suo capolavoro Mattia e il nonno monologo con Ippolito Chiarello per bambini e adulti che affronta il tema spinoso della perdita attraverso un linguaggio delicato e fantastico. Vincitore del Premio Eolo Award 2020 come miglior spettacolo dell’anno, è una riscrittura tratta dal libro omonimo di Roberto Piumini. In scena sabato 26 settembre.
Giustina Testa è una scoperta per Mercurio. Attrice triestina che si è formata sotto l’ala del trainer Paolo Antonio Simioni, sarà in scena mercoledì 30 settembre con Sala party monologo brillante tratto dall’autobiografica esperienza dell’aborto. Una storia che parla di diritti, di rispetto, di coraggio, di umanità.
Pietro Traldi sarà il protagonista di domenica 27 settembre con il monologo prodotto da Sementerie Artistiche Ol barara. Giullarata grottesca e divertente che guarda con ironia alla necessità dell’uomo di trovare, a tutti i costi, un senso per la sua esistenza ma lo fa in un’occasione buffa, prendendo spunto da una giornata “storta” in cui al narratore, immobile e solo, non resta che pensare.
Esperimento monologante di particolare interesse è Europeana. Breve storia del XX secolo prodotta da Sotterraneo che andrà in scena il 3 ottobre nello spazio polifunzionale Haus der Kunst. Si tratta di una durational performance – il tempo d’ascolto è soggettivo, è possibile andare e tornare ogni volta che lo si desidera – che vede al centro della scena Fabio Mascagni leggere per intero la storia europea del XX secolo accompagnato da 100 brani musicali random, uno per ogni anno del 900. Simultaneamente, attraverso apposite tecnologie, la lettura viene registrata, tradotta in codice binario e trasmessa oltre la stratosfera come segnale di geolocalizzazione. Ritorna quindi la sperimentazione del digitale, legata alla necessità di raccontare storie: in questo caso una storia collettiva, che ci riguarda, perché è la nostra storia, del secolo in cui siamo nati e cresciuti.
Per la musica ritorna in via eccezionale Giorgio Canali, tra i protagonisti della scorsa edizione, che aveva tenuto a Mercurio una masterclass sulla produzione discografica. Sabato 3 ottobre sul Palco Franco presenta in anteprima nazionale I resti di quello che fu: letture dal mondo di merda capitolo zero di un progetto di fiabe sul potere con i testi di Marta Bevilacqua. A seguire Aleph Viola invitato a Mercurio proprio da Giorgio Canali, si esibirà nel concerto Io sono un lupo, l’ultimo progetto musicale del giovane artista poliedrico noto soprattutto al pubblico televisivo per le sue qualità attoriali.
A meno di un mese dall’uscita del suo album d’esordio Toccaterra, prodotto e distribuito da Locusta il 4 settembre 2020, la cantautrice toscana Emma Nolde lo presenta ai Cantieri venerdì 2 ottobre. Otto canzoni che toccano temi intimi, che nascono dell’urgenza di mettere per iscritto i propri sentimenti e le proprie emozioni attraverso una miscellanea di generi e suggestioni tra cui elettronica, indie folk, nuovo cantautorato.
Ancora diversa è la proposta di Giuseppe Di Bella. Giovedì 1 ottobre il concerto che presenta in anteprima nazionale il nuovo disco Fuddìa del cantautore e poeta ennese invitato al Mecurio Festival dal maestro puparo Mimmo Cuticchio. In comune questi due artisti hanno l’ambito popolare colto delle storie che raccontano. Versi cantati e resi attraverso una melodia che è la sintesi di una World music che reca le tracce di una texture complessa, inquieta. I suoni e la ricerca dei timbri hanno il senso di una contemporaneità ibrida, crossover, con e linee che toccano tanto la partitura classica, quanto il free jazz, come momenti di sola chitarra o di percussioni che hanno forma in un senso dell'”origine”, del ritorno a forme neutre di autenticità.
Anche quest’anno avrà spazio al Mercurio Festival la formazione con tre laboratori che riflettono il carattere multidisciplinare di questa programmazione. Dal 28 al 30 settembre il coreografo Roberto Castello propone un workshop per danzatori e attori incentrato sull’analisi delle componenti quantitative e qualitative del gesto e sulle loro implicazioni e ricadute sul piano dell’espressività e della coerenza interpretativa. Castello è una delle figure di riferimento della danza contemporanea italiana, tra i più impegnati in materia di analisi e ridefinizione dei codici.
Giuseppe Di Bella si cimenta nella direzione di un laboratorio per musicisti e cantautori che chiama Le sillabe di Orfeo. Si sviluppa nell’arco di due giorni – 30 settembre e 1 ottobre – come un vero e proprio approfondimento sui rudimenti storici e le forme che hanno caratterizzato e determinato la fusione tra il mondo lirico e quello musicale, fino a farne una sola unità, dove il cantare coincide col dire versi.
Un corpo attaccato alla terra è il laboratorio teatrale diretto da Enrico Casale e destinato a attori e non attori, detenuti ed ex detenuti palermitani dal 1 al 3 ottobre in collaborazione con Daniela Mangiacavallo e l’associazione Baccanica. Con la Compagnia degli Scarti Casale è un artista impegnato nel sociale e soprattutto nel contesto della detenzione penitenziaria grazie alla collaborazione con Armando Punzo. Nei giorni di laboratorio si tenterà di creare un piccolo ma prezioso percorso teatrale che si ispira alle tematiche emerse e rielaborate con gli attori detenuti nel carcere di La Spezia, dove il progetto nasce, durante i mesi di lockdown. Il risultato di questo lavoro andrà in scena al cinema De Seta sabato 3 ottobre, subito dopo la proiezione del documentario Ciò che resta – appunti nella polvere testimonianza del progetto che la Compagnia porta avanti nel carcere Villa Andreino di La Spezia dal 2019.
Workshop dedicato ai bambini quello a cura del collettivo FLxER incentrato sul videomapping che si terrà ai Cantieri sabato 3 ottobre.
«Certamente il 2020 sarà ricordato come un anno “diverso” che ha rimesso in discussione le certezze di ciascuno ed ha imposto modalità di lavoro e di programmazione assolutamente inattese – dice Mario Zito, assessore alle Culture del Comune di Palermo -. É con tale consapevolezza che stiamo dando priorità alla condivisione dei progetti degli operatori culturali che in questi anni contribuiscono con le loro attività continuano a “raccontare” Palermo, anche attraverso un investimento di risorse e competenze. Babel in questi anni è presente allo Spazio Franco con un’azione sinergica con le Istituzioni e con gli altri operatori culturali dei Cantieri culturali alla Zisa costruendo una modalità di lavoro da valorizzare. Il Mercurio Festival ne costituisce un fulgido esempio. Un festival giovane e dinamico, che grazie alla sua forma innovativa riesce a catalizzare energie positive, attraendo artisti di livello nazionale e internazionale di assoluto prestigio».
Mercurio Festival è un progetto di Babel Crew e Spazio Franco, con Altro., Amunì, Fat sounds, Incubatrice crowdfunding. Promosso dall’Assessorato alle CulturE e alla Partecipazione Democratica e in collaborazione con Culturability, Fondazione Unipolis, Latitudini e il sostegno di Associazione culturale Baccanica.
Prenotazioni e acquisto biglietti online su www.spaziofranco.com
Commenti