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Tra luci e ombre, il dottor Dimitri è tornato. Massimo Comella: «Raccontare la fragilità umana è un atto dovuto»

Libri e Fumetti Con il romanzo "Come nuvole sotto l'ombrello. Luci e ombre di un terapeuta", Scatole parlanti editore, dopo 10 anni torna alla scrittura lo psicoterapeuta palermitano. Il personaggio è sempre il dottor Dimitri che stavolta mette il proprio cuore a nudo: «Le sue cadute gli permettono di sperimentare sulla sua pelle quanto le ombre personali possano nuocere a se stesso e alle persone che vuole salvare». Anteprima nazionale il 30 settembre a Viagrande

L’antologia di racconti dal titolo “Dieci”, pubblicato nel 2013, così venne annunciato nelle cartelle di presentazione per librai, giornalisti e tutti quanti orbitano in area dei libri: “Questo è un libro sulla follia. Una serie di racconti che esplorano le anime. Anime che non hanno un nome, vengono dal nulla e nel nulla fanno ritorno. Sono solo dieci ma potrebbero essere miliardi”.

Esattamente dieci anni dopo (un numero che ritorna), dal 3 ottobre Massimo Comella torna nelle librerie con “Come nuvole sotto l’ombrello. Luci e ombre di un terapeuta” (Scatole Parlanti, pp. 126, € 15,00). «Un romanzo – racconta Comella – che nasce dal desiderio di raccontare una storia o, a interpretazione del lettore, diverse storie in cui l’incontro fra dottore e paziente è un incontro di emozioni, ferite, cadute reciproche che si trovano sedute una accanto all’altra su sedie opposte. C’è un elemento che si dà per certo: che da un lato è seduto qualcuno che ha delle domande e dall’altra c’è un qualcuno (un medico) che è chiamato a dare delle risposte, qualcuno di cui nulla o poco il paziente sa, al di là delle qualifiche che egli possiede e delle recensioni che lo riguardano.»

Il libro è dunque l’erede del precedente “Dieci”, citato in apertura, proprio come i racconti pubblicati (casualmente proprio dieci anni fa) dove il protagonista è lo stesso personaggio, il dottor Vaslav Dimitri, uno psicoterapeuta e psichiatra, che lo scrittore “apolide” siciliano (nato a Palermo, cresciuto a Siracusa, trasferitosi a Catania) ci fa incontrare nel suo ritorno alla narrativa, questa volta sotto forma di romanzo. Chiariamo subito che Comella è anche uno psicologo, sessuologo, psicoterapeuta ed analista in formazione ma che, in overture de “Come nuvole sotto l’ombrello. Luci e ombre di un terapeuta”, dichiara, in una nota cristallina, la scelta romanzata della fiction, ciò a scanso di equivoci deontologici.




Inevitabile dopo le prime chiacchierate nell’incontro avvenuto nello studio di Comella, chiedere come mai è tornato a pubblicare dopo così tanti anni di assenza.
«Il desiderio nel nuovo romanzo è quello di raccontare i vissuti non solo di immaginari pazienti (come accaduto con il precedente libro) ma anche quelli di un guaritore a sua volta ferito. Come quel Chirone, personaggio della mitologia greca – centauro figlio di Crono e di Filira – oggi assunto a simbolo della comunità medica e di quella degli psicologi. Come racconta il mito, Chirone è il saggio guaritore, colpito per sbaglio dalla freccia avvelenata di Eracle ed essendo immortale perché anch’egli figlio di un Dio si ritrova destinato a patire un dolore anch’esso immortale».

Qual è la liaison con le vicende che narra?
«Le storie narrate da ogni paziente sono nel libro il pretesto per contattare le ferite del guaritore Dimitri e raccontare spezzoni della sua storia personale, spezzoni della sua sofferenza e, in alcuni momenti molto intensi, delle sue cadute… non solo come uomo ma anche come psicoterapeuta».

Dunque guarito e guaritore convergono ambedue nelle bellezze e nei malesseri ontologici?
«Raccontare la fragilità umana è un atto dovuto, da cui nessuno si può sottrarre: e chi meglio di un medico che cammina ogni giorno su una corda alla ricerca di un equilibrio ne può essere l’emblema?».

Il suo romanzo si apre proprio con una fragilità manifesta del protagonista: cosa succede?
«Il romanzo comincia proprio con una delle cadute del dottor Dimitri che sperimenta sulla sua pelle quanto le ombre personali possano nuocere a se stesso e alle persone che vuole salvare».

Un messaggio narrativo e uno saggistico per il lettore…
«Nel libro il lettore avrà modo di conoscere le verità dietro ogni storia e il perché le cose accadono nelle vite dei protagonisti. Conoscere la verità non è sicuramente il fine per eccellenza della terapia ma questo libro non è certo scritto per i terapeuti ma per lettori di qualunque area e interesse, i quali attraverso alcuni avvenimenti narrati potranno avere accesso alle profonde ferite dei protagonisti».

Comella, ultimo a destra, allo Spazio Neutro di Sant'Agata Li Battiati nel 2013

Comella, ultimo a destra, allo Spazio Neutro di Sant’Agata Li Battiati nel 2013

Può dettagliare qualcosa?
«Le storie parlano di abusi, di migranti, di gelosie, di lutti, di amori terminati, di disturbi alimentari, di rapporti conflittuali tra genitori e figli, ma anche di paure e di desideri».

In diversi passaggi comunque non mancano certo aspirazioni o velleità di benessere: ne conviene?
«“Come nuvole sotto l’ombrello” è anche un libro di sogni, di amori che non potranno mai morire a dispetto del tempo e di alcuni la cui fine deve, invece, essere elaborata. Altresì è un libro di abbracci e della forza ritrovata di ricominciare».

Come possono delle nuvole stare sotto un ombrello?
«L’ombrello è una metafora della terapia: il luogo sotto cui portare le proprie nuvole e, nella pioggia, nel pianto, vederle dissolverle e andare via e poi di ricominciare».

Il precedente "Dieci"

Le persone che incontra il dottor Dimitri sono tutti frutto di fantasia?
«Sebbene io attinga alla mia esperienza professionale di terapeuta i personaggi sono tutti inventati».

In che modo?
«Chi meglio di uno psicoterapeuta che ogni giorno entra in contatto col dolore dell’umano può avere accesso alle emozioni e raccontarle nella loro crudezza fatta a volte di dolore, a volte di poesia? È proprio la mia esperienza clinica che mi permette di delineare con accuratezza i tratti di alcuni dei personaggi che incrocia Dimitri nei vari racconti del libro».

La scrittura: una passione accurata e certosinamente elaborata, è l’unica via di svago per bilanciare la sua importante attività filantropica? «No, le posso dire che da un pò di tempo pratico il volo con gli ultraleggeri è il mio modo di svagarmi, di guardare il mondo da una prospettiva diversa ed è anche il mio modo di conoscere meglio le nuvole: sia quelle nella stanza della terapia sia quelle fredde, cariche di pioggia o rarefatte e leggere che stanno là fuori: nuvole che sono metafore impregnate dei vari momenti della vita degli uomini che vi stanno sotto».




Torniamo al suo precedente libro “Dieci” dove emerge la figura di un personaggio che gioca a freccette con Dio, ciò al fine di far giungere messaggi a Dio stesso e lo fa bucando le nuvole: c’è un legame che va oltre il solo dottor Dimitri che lega i suoi due libri?
«Parlo spesso di Dio nei miei racconti, ne parlo perché a prescindere dal fatto che esista o meno è una figura ricorrente nella sofferenza di uomini che si interrogano sul perché del dolore nella loro vita ed, immancabilmente, si pongono la domanda: “dove si trovava quel Dio quando mi è accaduto questo?”. Personalmente io stesso, se esiste un Dio, avrei una lunga sfilza di domande da sottoporgli. Dico questo perché credo che in ogni libro non può non esserci un po’ dell’anima di chi lo scrive».

Nonostante “Dieci” nacque come antologia di racconti in narrativa, lontano dalla manualistica psicologica, fu ugualmente recensito nei “Quaderni della Gestalt” delle edizioni Franco Angeli: la sorprese questa notizia?
«Rimasi molto sorpreso, allora non ero uno psicoterapeuta. Una di quelle “freccette” era forse arrivata più in alto di quanto pensassi. L’ho colto come un atto di stima e riconoscimento di ciò che volevo portare alla comunità con quel libro».

Quali differenze di stile e linguaggio scritto vi sono tra “Dieci” e “Come nuvole sotto l’ombrello”?
«“Come nuvole sotto l’ombrello” è un’opera più matura e certamente piu coraggiosa. Ho abbandonato un linguaggio allusivo e metaforico: non parlo adesso di uomini invisibili, dei grandi orologiai nell’universo e di uomini che lanciano le freccette a Dio. Qui il lettore entrerà all’interno di un racconto che sembra reale… troppo reale. E’ cambiato anche il ritmo dei racconti adesso più intenso e trascinante dove il lettore percepisce che da un momento all’altro succederà qualcosa. Tuttavia, come nel primo libro, non ho abbandonato l’idea che si possa usare la poesia o un linguaggio intriso di emozioni per narrare il dolore ed, in alcuni passaggi del libro, alla durezza del racconto fa da contraltare la poesia o se vogliamo l’estesia che è luce tra le ombre. Ri-emozionare, ri-emozionarsi come strumento di cura alla desensibilizzazione continua a cui veniamo ineluttabilmente sottoposti durante il nostro percorso di vita».

'Psi', ventitreesima lettera dell'alfabeto greco è il simbolo della psicologia

‘Psi’, ventitreesima lettera dell’alfabeto greco, è il simbolo della psicologia

Crede che la psicoterapia possa ricevere e dare un maggiore impatto attraverso i racconti di narrativa?
«Certamente sì. Il lettore non si interfaccia facilmente con i testi clinici. Il dolore, inoltre, spaventa: ne siamo fin troppo circondati, bombardati dai mass-media e lo incontriamo spesso nella nostra vita. Il romanzo ha dalla sua un linguaggio piu semplice e puo rivolgersi a chiunque perché permette di narrare storie e, nelle storie, il lettore immedesimarsi ed apprendere qualcosa da esse».

Comella tiene una lectio

Comella tiene una lectio

Tra gli autori contemporanei, lo scaligero Massimo Cracco, condanna senza pietà tutto quanto orbita in area psicologica definendola “una manipolazione continua e costante”. Cosa risponderebbe a questo suo collega di penna?
«Non conosco Cracco ma capisco il senso delle sue parole. La psicologia è come la bomba atomica, può salvare ma anche distruggere le persone; per questo i clinici hanno una grande responsabilità nell’utilizzo di un così potente strumento. L’anima è qualcosa di assai fragile e basta poco per produrre danni irreparabili. Luci ed ombre stanno tuttavia ovunque quanto nella psicologia quanto nelle religioni quanto nella politica quanto nella stessa scienza».

Anteprima nazionale il 30 settembre a Viagrande in provincia di Catania

Anteprima nazionale il 30 settembre a Viagrande in provincia di Catania

Sabato 30 settembre, in anteprima nazionale, presenterà a Viagrande il suo nuovo romanzo: come mai la scelta di anticipare di tre giorni questo evento, dato che il libro ufficialmente uscirà martedì 3 ottobre?
«Credo che questo evento accenderà l’interesse intorno al libro e potrà essere un ottimo contesto dove rispondere alle domande di quanti ne valuteranno la lettura».

Per finire: quali le sue aspettative da questa nuova opera?
«Mi hanno insegnato che se scrivi del fuoco chi legge deve bruciare, solo allora puoi ritenere di aver raggiunto l’altro. Io non ho scritto nulla sul fuoco ma ho scritto un libro che parla di emozioni e le emozioni sono tante. Pertanto spero di emozionare chi lo leggerà».

Comella a una conferenza

Comella, primo da sinistra, a una conferenza




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