Teatro e opera Da gennaio a maggio del 2021, nei 100 anni dalla nascita, le celebrazioni (mostre, seminari, spettacoli, pubblicazioni, documentari ) del grande attore catanese da parte del teatro pubblico etneo in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, la Fondazione Domenico Sanfilippo editore, l’Istituto di Storia dello Spettacolo siciliano e la Fondazione Turi Ferro
«Ricordare Turi Ferro nel centenario della sua nascita, cogliere questa occasione per ripercorrerne tutto il lavoro, dando luce e prospettiva al segno profondo che la sua figura ha lasciato nella cultura teatrale siciliana, non ha solo un intento celebrativo: nella cornice della rinascita del nostro Teatro Stabile, a lui così legato, riconferma l’intento di lavorare alla costruzione di una nuova identità, che affondi le proprie radici nella tradizione ma al tempo stesso guardi al rinnovamento e alla formazione di una nuova generazione di artisti». Così i vertici del Teatro Stabile di Catania presentano il progetto “Turi Ferro, un artista siciliano. Celebrazioni nei 100 anni dalla nascita”, che nei primi cinque mesi del 2021 si dispiegherà in una serie di iniziative – mostre, seminari, spettacoli, pubblicazioni, documentari – realizzate in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, con la Fondazione Domenico Sanfilippo editore, con l’Istituto di Storia dello Spettacolo siciliano e naturalmente con la Fondazione Turi Ferro.
«Da diversi mesi un comitato informale lavora a questo intenso calendario», conferma il direttore del Teatro Stabile etneo Laura Sicignano: «Il nostro desiderio era e resta quello di racchiuderlo tutto tra la ricorrenza della nascita di Turi Ferro, il 10 gennaio, e la ricorrenza della morte, il 10 maggio, compatibilmente con le attuali restrizioni. Ci sembra del resto che la sua figura, da protagonista nello scenario del dopoguerra italiano, sia particolarmente significativa riguardo al tema di una necessaria ricostruzione, in termini di convivenza civile, sociale ed economica: in questa prospettiva Turi Ferro diviene l’esempio di un percorso artistico ed esistenziale vivo oggi più che mai, nel momento in cui dovremo inventare nuove soluzioni che rimettano al centro la cultura».
A gennaio (non ci sono ancorta date) si comincerà con la mostra, al Teatro Verga, “Turi Ferro e il Teatro Stabile. Storia di un amore”, «che ripercorrerà – come spiegano i curatori Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla – le tappe fondamentali della lunga fedeltà di Turi Ferro al Teatro Stabile di cui è stato fondatore, pilastro, protagonista-principe fino alla scomparsa. Un viaggio per immagini e documenti in cui rivive un patrimonio teatrale che dall’area mediterranea spazia all’area internazionale, dal passato al presente». Un’altra mostra, a cura della Fondazione Turi Ferro in collaborazione con Regione Sicilia, Comune di Catania e Teatro Stabile di Catania, da marzo a maggio ripercorrerà le sue esperienze teatrali e cinematografiche e le importanti collaborazioni nazionali e internazionali con artisti del calibro di Peter Brook, Giorgio Strehler e Roberto Rossellini e con il Piccolo Teatro di Milano, l’Eliseo, il Teatro di Genova.
Nel frattempo, a febbraio, verranno messi in programma il seminario “Il gigante e il capocomico: tutte le maschere di Turi Ferro”, con una tavola rotonda sulla gestione dei teatri come atto di resistenza culturale, in collaborazione con l’Università di Catania, e la presentazione del volume “Turi Ferro. Catania per Palcoscenico”, con una raccolta di interviste e inedite pagine di diario, a cura della Fondazione Domenico Sanfilippo editore, e la proiezione finale, a maggio, di “Turi Ferro. L’ultimo prospero”, documentario di Daniele Gongiaruk, con una ricca e rara documentazione video-fotografica.
Al centro di questa programmazione, il Teatro Stabile ad aprile (Covid permettendo) ospiterà lo spettacolo “Servo di scena”, diretto da Guglielmo Ferro, già parte integrante della stagione Energie, con Geppy Gleijeses, Maurizio Micheli, Lucia Poli che torneranno a misurarsi sul testo di Ronald Harwood. «Sono passati più di 25 anni – ricorda il regista, figlio del grande artista – da quando diressi per la prima volta questo spettacolo qui allo Stabile, che vide mio padre nel ruolo del Sir. Quella messa in scena ebbe grande successo, vinse tanti premi e girò per tutta l’Italia. Oggi ha un significato particolare riproporlo in una veste diversa: è uno spettacolo che parla di teatro, della gente che lo vive, in un momento in cui ne stiamo soffrendo la mancanza».
In questa occasione Guglielmo Ferro terrà la lezione aperta “Il dubbio per una perfezione impossibile”, presentando al pubblico un copione originale del padre Turi, raccontando il metodo con cui l’artista affrontava il testo e il lavoro teatrale.
Le celebrazioni presenteranno così un insieme di iniziative diverse rivolte alle scuole, all’Università, agli artisti e – soprattutto – al pubblico catanese, che ancora ricorda Turi Ferro con grande affetto.
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